Il gramolino è esclusivamente un dolce galliatese, prodotto da forno, ha forma e dimensioni ben precise, la lunghezza è di circa 20 cm e la ricetta prevede: zucchero, farina, burro, uova, uvetta, una rigorosa lievitazione biologica, una lucidatura all'uovo ed una ricopertura di zucchero granulato.
Le prime notizie certe che documentano la produzione dei gramolini risalgono al 1909.
Il folklore galliatese si è sempre interessato dei gramolini e, nel 1939, il carnevale ha dedicato loro persino una canzone.
Il ritornello recita così (naturalmente tradotto in italiano dall'originale testo in dialetto): "viva la nostra specialità, propria tutta galliatese, i forestieri li fanno tutti bruciati oppure non cotti; lasciateli fare da noi, ma mangiateli anche voi, nel marsala o nel vino da intingere è il gramolino" (traduzione assolutamente incapace di rendere giustizia all'originale).
Canzone e dolce hanno avuto uguale buona sorte anche nel dopoguerra tanto che ancora oggi si canta l'inno e si mangia il gramolino.
Una volta i gramolini si confezionavano solamente per la festa di San Giuseppe, il 19 marzo, per deliziare le bocche dei locali e degli ospiti, autorizzati a mangiarli ma, dicono i galliatesi con orgoglio, assolutamente incapaci di produrli.
Ora viene prodotto tutto l'anno riuscendo a soddisfare una discreta domanda composta si da galliatesi ma anche da oltre Ticino e dal capoluogo novarese.
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